Alimentazione per chi soffre di intolleranze e allergie

Quando si parla di intolleranze o allergie è importante capire la differenza tra le due definizioni.

Entrambe fanno parte di un gruppo più grande di eventi chiamate reazioni avverse al cibo che si distinguono in tossiche e non tossiche.

Le reazioni tossiche derivano dall’ingestione di alimenti contaminati da sostanze chimiche o inquinanti o tossine presenti nel cibo come quelle dei funghi o per infestazione da altri organismi come le muffe nei cereali o parassiti nei pesci crudi che possono dare origine alle intossicazioni alimentari.

Le reazioni non tossiche si distinguono a loro volta tra allergie e intolleranze. L’allergia è una reazione eccessiva del nostro sistema immunitario che si scatena quando il nostro organismo viene a contatto con una sostanza esterna non riconosciuta o considerata dannosa chiamato allergene.

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È estremamente semplice identificare un’allergia a causa della sua immediata reazione, ma è molto più complesso identificare un’intolleranza. Ti aiuterò in questa delicata fase di ricerca.

Dieta intolleranze alimentari

Durante la prima visita devo sapere se il paziente soffre di qualche allergia e/o intolleranza, in questo modo eviterò di inserire determinati alimenti nella sulla scheda personale.

Nel caso in cui la persona sospetti di soffrire di un’intolleranza chiedo sempre se ha mai fatto qualche test specifico o una dieta per le intolleranze. Frequentemente la risposta è negativa proprio perché molti individui che soffrono di disturbi intestinali non sempre riescono a ricondurli ad un alimento in particolare proprio per il fatto che i sintomi spesso sono aspecifici e avvengono in tempi molto lunghi.

Io consiglio un test genetico se il paziente ha già tentato di capire con degli esami poco significativi (come Cito Test o dosaggio delle IgG) o ha tentato di eliminare degli alimenti dalla dieta per un certo periodo senza ottenere risultati.

Questo test permette di identificare in maniera chiara ed inequivocabile se si soffre di un’intolleranza verso il lattosio o ha una predisposizione genetica nello sviluppare la celiachia, in modo da poter poi proporre una dieta del DNA.

Pertanto sulla base delle informazioni acquisite durante la prima visita, dalla storia clinica, dalla misurazione antropometrica, valuto anche la possibilità di suggerire l’esecuzione di ulteriori test diagnostici. 

Dieta a esclusione per intolleranze

Quando il paziente che ho davanti ha un forte sospetto di essere intollerante ad uno o più alimenti io propongo una dieta ad esclusione, ossia preparo un piano alimentare escludendo per 3 settimane gli alimenti incriminati insieme ad una cura intestinale con dei probiotici. 

Al termine dei 21 giorni, se i sintomi migliorano, si prova ad inserirli di nuovo gradualmente.

Se i disturbi ritornano, la dieta ad esclusione ha funzionato e si procede ad eliminare dall’alimentazione del paziente i cibi identificati per ulteriori 3 mesi.

Nel caso in cui con il reinserimento dopo il 21 giorno, non si registra nessun disturbo, molto probabilmente l’intolleranza era leggera e la sola dieta disintossicante di 3 settimane è stata sufficiente per ripristinare il corretto funzionamento intestinale.

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Domande frequenti sulla dieta per scoprire intolleranze alimentari

La cosa più probabile è che si possa soffrire di vari tipi di disturbi gastroenterici che variano da semplici gonfiori e costipazione a dolori addominali, vomito, dermatiti, e sangue nelle feci.

 

La cosa più saggia da fare è di procedere con una dieta ad esclusione dell’alimento o categoria di alimenti incriminati. La durata dipende dal grado di intolleranza, per esempio per quelle più leggere possono bastare dalle 2 alle 4 settimane per poi passare ad una lenta reintroduzione. Per altre come, la celiachia, l’astensione al glutine deve durare per tutta la vita.

Qui dobbiamo fare un distinguo, nel caso del morbo celiaco, l’intolleranza non si elimina ma si cura semplicemente escludendo il glutine dalla dieta per tutta la vita. Stessa cosa per l’intolleranza enzimatica che provoca il favismo dove si devono eliminare le fave e altri tipi di legumi per sempre. 

Nel caso dell’intolleranza al lattosio, o ad altri alimenti, dopo una prima dieta ad esclusione di almeno 3 mesi, si può procedere con una lenta reintroduzione per valutare se l’individuo ne tollera piccole quantità. 

Il test genetico che puoi fare nel mio studio per identificare l’intolleranza al lattosio e la predisposizione alla celiachia costa 100 €. In alcune farmacie o erboristerie ho visto proporre test per le intolleranze su 150-200 alimenti che possono costare dalle 150-250 € con metodiche non riconosciute dalla comunità scientifica. 

Pertanto sconsiglio vivamente di eseguire questi tipo di test perché considerati aspecifici. L’unico test che dà un risultato sicuro al 100% è il test genetico.